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La lizzatura


La presenza del marmo nella nostra provincia è qualcosa a cui siamo abituati, forse fin troppo, e fino al punto da non accorgerci quasi più della sua esistenza.

L’attuale attività estrattiva risulta quasi completamente meccanizzata ma non sempre è stato così: fino a non molti anni or sono l’impiego di esplosivo (la “varata”) costituiva il primo passo di una catena lavorativa che dalla montagna portava il blocco di marmo fino al laboratorio per il confezionamento del prodotto finito.

La “lizzatura” costituiva la fase durante la quale avveniva il trasporto del blocco (la “carica”) dal punto di estrazione e della prima sgrossatura fino al raggiungimento dei mezzi di trasporto per le successive fasi di trasferimento. Ho avuto la fortuna e possibilità di assistere da vicino proprio alla rievocazione di questa operazione che, per quanto allestita non più per motivi di necessità lavorativa, trasmette con estrema fedeltà allo spettatore tutta la complessità ed i rischi in cui sono coinvolti gli specialisti di questo settore. Ogni persona impegnata conosce i dettagli del proprio ruolo e delle proprie funzioni; dal modo con cui ciascuno le svolge dipende l’esito finale e l’incolumità dell’intera squadra, esposta in ogni istante ad elevato rischio d’incolumità personale. Ma l’entusiasmo e l’affiatamento tra i componenti, presenti dall’inizio della discesa della carica fino al termine della lizzatura, consentono ancora oggi di poter assistere al funzionamento perfetto di un meccanismo lavorativo che non ha paragoni al mondo.


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